Nel precedente post abbiamo visto insieme la celiachia, adesso iniziamo a vederla come la diagnosi cambia a livello psicologico nelle diverse fasce di età.

Nei bambini piccoli solo a seguito dell’introduzione di cibi contenenti glutine nella dieta del bambino possono manifestarsi i primi sintomi della forma tipica di norma tra il 7° ed il 24° mese. è  intorno a questi mesi che si inizia lo svezzamento, ovvero dalla sola alimentazione di latte (materno o artificiale) piano piano si introduce frutta, poi i primi biscottini nel latte, a poco a poco qualche crostina di pane e così via per iniziare a variare e introdurre nuovi alimenti.
Le manifestazioni della forma atipica invece, non essendo legate ad evidenti segni di malassorbimento, interessano bambini di norma trai 5 ed i 7 anni di età.

La diagnosi precoce è fondamentale per scongiurare e/o anticipare possibili complicazioni o vere e proprie patologie future.  parlando con il pediatra nell’eventualità, possono essere concordati gli esami di laboratorio (semplici esami del sangue) sono importanti per la diagnosi di celiachia: non sono invasivi e sono altamente predittivi, ossia sono davvero affidabili per la diagnosi.

Emergono dei dati molto interessanti: le manifestazioni extraintestinali (anemia, bassa statura, anoressia, osteoporosi, dermatite erpetiforme, alterazioni dello smalto dentale, etc) sono più comuni dei sintomi classici da malassorbimento (diarrea, arresto della crescita, vomito, scarsa massa muscolare, eccessiva magrezza, etc). Questo significa che la diagnosi precoce è fondamentale e si deve basare non solo sugli aspetti tipici della malattia, ma anche e soprattutto su quegli aspetti che caratterizzano le forme atipica e silente di celiachia.

Ecco perché nei bimbi le alterazioni dell’umore, l’irritabilità, l’apatia, ripetuti mal di pancia, stati anemici, bassa statura, l’essere come distaccati dall’ambiente circostante, etc.…potrebbero essere dei piccoli segnali cruciali nell’ identificazione di forme di celiachia atipiche o silenti. Spessissimo questi aspetti sono trascurati e crescendo il bambino sarà un adulto dal carattere depresso, a volte con dolori addominali, gastrite, un senso di inadeguatezza spesso presente, oltre ovviamente ad essere un soggetto probabilmente con alcune patologie associate e moltissime altre potenziali che nei celiaci hanno una ricorrenza maggiore (tiroiditi autoimmuni, diabete, neoplasie dell’apparato digerente etc.…).

il supporto psicologico è di grande aiuto per tanti aspetti:

  • È importante per questo nuovo aspetto di vita che accompagna il bambino e quindi interessa tutta la famiglia
  • è necessario un aiuto e un sostegno ai genitori per aiutarli a ri-educare il bambino a nuovi gusti, nuovi sapori
  • sostenerli durante le normali problematiche che conseguono (spesa, pasti fuori, pasti in famiglia, occasioni conviviali…)
  • In base all’età insegnare al bambino a scegliere cosa può mangiare
  • Far fronte alle privazioni in casa, a scuola con amici, compleanni e feste varie
  • Non sentirsi «diverso e meno accettato» Aiutarlo nel confrontarsi con i suoi pari

chiedere aiuto non è segno di debolezza, al contrario è segno di presa di Consapevolezza e Coscienza .

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