Il Dimorfismo Corporeo

 

Cosa si intende con “Dimorfismo Corporeo”

 

La prima definizione che vediamo è tratta dal sito di Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Dismorfofobia) :

La dismorfofobia (dal greco antico dis – morphé, forma distorta e φόβος, phobos = timore) è la fobia che nasce da una visione distorta che si ha del proprio aspetto esteriore, causata da un’eccessiva preoccupazione della propria immagine corporea.

Origine del nome

Il termine dismorfofobia e le relative patologie soggiacenti, sono state descritte per la prima volta dal medico e psichiatra italiano Enrico Morselli nella sua opera del 1891 “Sulla dismorfofobia e sulla tafofobia“.

 

Il dimorfismo corporeo nel DSM-5

 

Il disturbo di dismorfismo corporeo rientra nei disturbi ossessivi – compulsivi e disturbi correlati.

Riportiamo dal DSM-5 la classificazione del disturbo.

Criteri diagnostici

  1. Preoccupazioni per uno o più difetti o imperfezioni percepiti nell’aspetto fisico, che non sono osservabili o appaiono agli altri in modo lieve.
  2. A un certo punto, durante il decorso del disturbo, l’individuo ha messo in atto comportamenti ripetitivi (per es., guardarsi allo specchio, curarsi eccessivamente del proprio aspetto, stuzzicarsi la pelle, ricercare rassicurazione) o azioni mentali (per es., confrontare il proprio aspetto fisico con quello degli altri) in risposta a preoccupazioni legate all’aspetto.
  3. La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
  4. La preoccupazione legata all’aspetto non è meglio giustificata da preoccupazioni legate al grasso corporeo o al peso in un individuo i cui sintomi soddisfano i criteri diagnostici per un disturbo alimentare.

Il corpo e la Dismorfofobia

L’elemento peculiare della dismorfofobia è la preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico, che può essere totalmente immaginario, oppure, se è presente una reale piccola anomalia fisica, la preoccupazione del soggetto è di gran lunga eccessiva al normale.

Le lamentele riguardano facilmente difetti lievi o immaginari della faccia o della testa, come i capelli più o meno folti, l’acne, rughe, cicatrici, manifestazioni vascolari, pallore o rossore, sudorazione, asimmetrie o sproporzioni del viso, oppure eccessiva peluria.

La gran parte dei soggetti con questo disturbo sperimentano grave disagio per la loro supposta deformità, descrivendo spesso le loro preoccupazioni come “intensamente dolorose”, “tormentose”, o “devastanti”. I più trovano le loro preoccupazioni difficili da controllare, e fanno pochi o nessun tentativo di resistervi.

Come conseguenza, i dismorfofobici spesso passano molte ore al giorno a pensare al loro “difetto” e a come porvi rimedio (talvolta ricorrendo a chirurgia estetica o ad auto-manipolazioni che possono peggiorare la situazione), al punto che questi pensieri possono dominare la loro vita. I sentimenti di vergogna per il proprio “difetto”, possono portare all’evitamento delle situazioni di lavoro, scuola o di contatto sociale.

Queste persone affette da dismorfismo corporeo mettono in atto compulsioni allo scopo di esaminare, migliorare o nascondere il presunto difetto.

Ad esempio, tendono a controllarsi allo specchio o ad altre superfici riflettenti, mostrano eccessiva cura del proprio aspetto, tendono a pettinarsi o lavarsi ripetutamente, effettuano confronti continui con l’aspetto fisico altrui, ricercano rassicurazioni o tentano del di convincere gli altri circa il proprio difetto.

La cura della dismorfofobia può essere efficacemente effettuata con psicoterapia cognitivo comportamentale, mutuando molte tecniche da quelle impiegate per il trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi, con cui vi sono varie affinità. I farmaci raramente sono efficaci, almeno che non vi sia una certa comorbilità con la depressione maggiore.

 

Bibliografia
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