La Sindrome Feto – Alcolica

La sindrome Feto Alcolica

Articolo scritto dalla Dott.ssa Giulia Bargagli 

 

L’alcol rappresenta un grande problema sociale a causa della sua natura legale.

Si presenta come un amico silenzioso che accompagna la vita dell’individuo nel suo quotidiano. Il suo consumo è notevolmente aumentato negli anni, aumento che si riscontra anche durante la gravidanza.
Assumere alcol durante la gravidanza comporta dei rischi, il principale è la Sindrome Feto-alcolica.
“la sindrome feto-alcolica è oggi la più grave e negletta disabilità permanente che si manifesta nel
feto esposto all’alcol”

Con il termine Spettro dei Disordini Feto Alcolici ( Fetal alcohol spectrum disorder-FASD) viene
rappresentata la gamma degli effetti che si possono manifestare in un soggetto la cui madre ha
consumato bevande alcoliche durante la gravidanza. La Sindrome Feto Alcolica è l’aspetto estremo
più grave dello spettro, essa è l’unica diagnosi specifica legata all’esposizione prenatale all’alcol
presente nell’ International Classification of Disease.

 

Ci si potrebbe chiedere come faccia l’alcol a entrare a diretto contatto con il bambino, questo
avviene in modo molto semplice in quanto la sostanza attraversa con facilità la placenta e arriva
direttamente al feto che non è in grado di metabolizzarlo, va a colpire tutti gli organi ma in
particolare interferisce con lo sviluppo del sistema nervoso.

 

Gli individui affetti da FAS e FASD possono essere individuati da specifiche caratteristiche:
– Ritardo nella crescita prenatale/o postnatale (peso e/o lunghezza e circonferenza cranica
inferiore al decimo percentile)
– Danni al Sistema Nervoso Centrale (alterazioni neurologiche, ritardi nello sviluppo mentale
con deficit intellettivi e comportamentali)
– Malformazioni craniofacciali caratteristiche, quali microcefalia, fessure oculari strette,
strabismo, naso corto e piatto, labbro superiore sottile, solco naso-labiale piatto, fronte
alta e stretta, ipoplasia mascellare e mandibolare
Inoltre, si possono manifestare malformazioni congenite di tipo scheletrico, cardiaco,
urogenitale, oculare uditivo.

Diagnosticare la FASD è un processo molto difficile e rappresenta spesso una sfida per i medici.
Le difficoltà che si possono incontrare sono molteplici:
– Difficoltà a raccogliere informazioni precise sul consumo di alcol nelle donne in gravidanza
– Difficoltà legate alla variabilità delle espressioni individuali delle sindromi alla diagnosi
differenziali
– Scarsa conoscenza del problema in ambito sanitario e barriere culturali
– Mancanza di criteri diagnostici precisi e uniformemente accettati, mancanza di esperti e
cliniche specializzate.

Spesso la diagnosi viene effettuata durante l’arco della vita, soprattutto nel periodo dell’infanzia,
la velocità nel riconoscere la FASD è importante per attuare un trattamento precoce. Risulta un
percorso diagnostico spesso difficile in quanto le caratteristiche fisiche associate alla FAS sono
soggette a modifiche nel tempo; infatti, può accadere che con il tempo le caratteristiche possono
diventare meno evidenti con il periodo della pubertà.

L’aspetto più importante a mio avviso è la prevenzione, in quanto astenersi completamente dalla
sostanza alcolica elimina tutti i rischi di sviluppare la sindrome. È alquanto importante informare la
madre dei rischi che si incorrono utilizzandolo alcool.

Little e Streissguth individuarono tre direzioni in cui orientare le strategie di  prevenzione della Sindrome Alcolica Fetale (FAS):
1. Il primo passo è l’informazione tramite le campagne, il loro obbiettivo è quello di
aumentare la consapevolezza della popolazione dei rischi che si corrono. Per ottenere un
ottimo risultato dipende dalla qualità del personale, è importate saper coinvolgere bene il
pubblico al quale ci si rivolge perché creando un consenso generale sull’opportunità di non
bere in gravidanza
2. La formazione del personale sanitario assicura che le informazioni che essi veicolano siano
corrette.
3. I servizi del percorso nascita. Questi servizi dovrebbero fornire informazioni sull’alcol
all’interno del percorso. È opportuno che le informazioni vengano fornite a tutte le donne
prese in carico e ai loro partner.

In conclusione, possiamo affermare che ad oggi nessun medico ci può indicare una soglia di
sicurezza, non abbiamo quindi una dose che ci eviti lo sviluppo della sindrome. ribadire ancora
una volta che la FASD è completamente prevenibile, è quindi importante al giorno d’oggi con tutti
gli strumenti che disponiamo andare a fare un grande lavoro di prevenzione sulle giovani donne,
solo così possiamo cercare di combattere la Sindrome Feto Alcolica.

Ricordiamo che questo articolo ha il solo scopo informativo e divulgativo.

Bibliografia:

American Psychiatric Association (2013). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta edizione. DSM-5. Tr.it. Raffaello Cortina, Milano, 2015.

Bazzo, S. (2011). Il disturbo dello spettro fetale alcolico (FASD): un progetto di prevenzione rivolto agli operatori sanitari, ai giovani, alle gestanti.

Macchia, T. (2004). Donna e dipendenza crociata. Ann Ist Super Sanità40(1), 35-40.

Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie. (2019). Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello spettro dei disturbi feto alcolici

 

Lascia un commento